venerdì 16 gennaio 2015

L’ Associazione “Eppur bisogna andar”, costituita in data 26 Settembre 2013, si propone di contribuire, in sintonia con le altre associazioni presenti sul territorio, alla diffusione dei valori di uguaglianza e giustizia sociale, nati dalla Guerra di Liberazione e codificati all’interno della nostra Costituzione, che da essa è scaturita.
Le firme in calce all’Atto costituivo, allo Statuto e quelle dei nuovi soci, appartengono sia a chi ha partecipato direttamente ai fatti della Resistenza, o a parenti di partigiani, ormai scomparsi, che continuano a rivivere in questo progetto, sia a giovani che intorno agli anziani Partigiani si sono riuniti, con il desiderio di rendere sempre attuale il messaggio posto alla base del movimento di Liberazione Nazionale.




Gli associati si propongono anche di recuperare e valorizzare i luoghi che hanno visto i Partigiani della “I zona Operativa Liguria”, con particolare riferimento ai sentieri, ai manufatti ed alle zone che hanno segnato la storia ed il sacrificio di quegli uomini.
Grazie alla generosità, dettata dalla consapevolezza della memoria storica delle proprietarie, è stato donato all’associazione il casone di “Passu du Beu”, nel quale l’indimenticato Comandante Felice Cascione, “U MEGU”, ha condotto i suoi uomini sul finire del lontano 1943, lungo il difficile cammino che ancora oggi offre pace e dignità.
Questo luogo custodisce una preziosa memoria della nostra storia locale: è il riparo che vide la nascita dei versi dell’inno partigiano “Fischia il Vento”, composto dallo stesso Cascione con l’aiuto dei suoi garibaldini.





Il casone risale presumibilmente alla seconda metà dell’Ottocento e serviva nel Novecento da deposito del fieno e come rifugio in autunno e in inverno delle poche mucche dei proprietari. Una di questi, la signora Rosangela, ricorda di quando, nel primo dopoguerra, da bambina ancora prima di recarsi a scuola, andava con un bidone da 18 litri attaccato alle spalle da Duranti al “teccio”, così come viene chiamato il casone nella zona, a mungere le mucche per poi tornare col latte a Duranti da dove il lattaio di Stellanello lo recapitava ad Oneglia.
“Eppur bisogna andar” vuole operare affinché questo casone diventi un luogo aperto e vivo, simbolo della memoria e occasione di conoscenza della civiltà contadina, come riconoscimento del fondamentale aiuto che i contadini hanno dato ai partigiani. Essenziale sarà il rapporto con le scuole per “collegare l’antico al nuovo per far dialogare i due mondi, traghettando la memoria del passato” (da Spaesati di A. Tarpino ed Einaudi).



Inoltre, il cantiere del ripristino del casone e del sentiero potrebbe riunire trasversalmente giovani, pensionati, liberi professionisti, così come è già iniziato ad avverarsi, in nome dei valori civili e della cittadinanza attiva, generando un meccanismo di arricchimento culturale e sociale.

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