L’ Associazione
“Eppur bisogna andar”, costituita in data 26
Settembre 2013, si propone di contribuire, in sintonia con le altre
associazioni presenti sul territorio, alla diffusione dei valori di
uguaglianza e giustizia sociale, nati dalla Guerra di Liberazione e
codificati all’interno della nostra Costituzione, che da essa è
scaturita.
Le firme in calce
all’Atto costituivo, allo Statuto e quelle dei nuovi soci,
appartengono sia a chi ha partecipato direttamente ai fatti della
Resistenza, o a parenti di partigiani, ormai scomparsi, che
continuano a rivivere in questo progetto, sia a giovani che intorno
agli anziani Partigiani si sono riuniti, con il desiderio di rendere
sempre attuale il messaggio posto alla base del movimento di
Liberazione Nazionale.
Gli associati si propongono anche di recuperare e valorizzare i luoghi che hanno visto i Partigiani della “I zona Operativa Liguria”, con particolare riferimento ai sentieri, ai manufatti ed alle zone che hanno segnato la storia ed il sacrificio di quegli uomini.
Grazie alla
generosità, dettata dalla consapevolezza della memoria storica delle
proprietarie, è stato donato all’associazione il casone di
“Passu du Beu”, nel quale l’indimenticato Comandante
Felice Cascione, “U MEGU”, ha condotto i suoi uomini sul
finire del lontano 1943, lungo il difficile cammino che ancora oggi
offre pace e dignità.
Questo luogo
custodisce una preziosa memoria della nostra storia locale: è il
riparo che vide la nascita dei versi dell’inno partigiano “Fischia
il Vento”, composto dallo stesso Cascione con l’aiuto dei suoi
garibaldini.
Il casone risale
presumibilmente alla seconda metà dell’Ottocento e serviva nel
Novecento da deposito del fieno e come rifugio in autunno e in
inverno delle poche mucche dei proprietari. Una di questi, la signora
Rosangela, ricorda di quando, nel primo dopoguerra, da bambina ancora
prima di recarsi a scuola, andava con un bidone da 18 litri attaccato
alle spalle da Duranti al “teccio”, così come viene chiamato il
casone nella zona, a mungere le mucche per poi tornare col latte a
Duranti da dove il lattaio di Stellanello lo recapitava ad
Oneglia.
“Eppur bisogna
andar” vuole operare affinché questo casone diventi un luogo
aperto e vivo, simbolo della memoria e occasione di conoscenza della
civiltà contadina, come riconoscimento del fondamentale aiuto che i
contadini hanno dato ai partigiani. Essenziale sarà il rapporto con
le scuole per “collegare l’antico al nuovo per far dialogare i
due mondi, traghettando la memoria del passato” (da Spaesati di A.
Tarpino ed Einaudi).
Inoltre, il cantiere del ripristino del
casone e del sentiero potrebbe riunire trasversalmente giovani,
pensionati, liberi professionisti, così come è già iniziato ad
avverarsi, in nome dei valori civili e della cittadinanza attiva,
generando un meccanismo di arricchimento culturale e sociale.
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