Nel Luglio del 1979 sono stati insigniti della Medaglia d’Oro alla Memoria 6 partigiani della Provincia di Imperia:
Felice Cascione (U Megu) di anni 25 - Venne ferito in uno scontro contro le forze nazifasciste, e rimase comunque sul posto per dirigere i suoi uomini. Per salvare un compagno si espose ai nemici e venne colpito mortalmente.
Val Pennavaira 27 gennaio 1944.
Sergio Sabatini di anni 19 - studente
rinunciò alla licenza per partecipare con i propri compagni ad una azione di particolare importanza contro un presidio tedesco. Fu ferito due volte durante lo scontro e costretto dietro ordini del Comando a ritirarsi per l’esaurimento delle munizioni. Si offrì allora volontario per portare gli ordini ad un reparto impegnato su di un altro fronte e morì attraversando una zona scoperta.
Marco Dino Rossi (Fuoco) di anni 22 - studente
Nel corso degli scontri tra i partigiani e le linee nazifasciste fu catturato e sottoposto a torture e sevizie, malgrado la promessa di avere salva la vita, nulla rivelava che potesse tradire i suo compagni. venne infine condannato a morte.
Pigna (Imperia), 2 settembre 1944.
Imperia, 10 settembre 1944
Silvio Bonfante (Cion) di anni 23 - marittimo
Fu ferito durante un cruento combattimento e raccolto in un ospedale da campo che venne circondato da S.S. i tedeschi preclusero ogni via di scampo e Bonfante, per non far trucidare i porta feriti e non cadere vivo nelle mani del nemico, si uccise.
Upega, 17 ottobre 1944
Roberto Di Ferro (Balletta) di anni 14 - apprendista meccanico.
All'età di 14 anni fu uno dei ragazzi più tenaci che parteciparono alla lotta per la liberazione. Venne catturato, torturato e infine condannato a morte ma fiero della sua missione rispose : - Uccidetemi, i miei compagni mi vendicheranno –
Pieve di Teco, 28 marzo 1945.
Franco Ghiglia (Gigante) di anni 19 - operaio
Fu volontario in una pericolosa e difficile missione contro le forze nemiche venne catturato, perché rimasto senza munizioni. Venne sottoposto alle più crudeli torture e sevizie e in segno di disprezzo sputò in faccia al suo inquisitore. Fu infine condannato a morte per impiccagione ma prima di morire ci lasciò un unico breve messaggio:"Viva l'Italia!"
Pontedassio, 5 aprile 1945
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